Palermo, Ballardini: "Amo la città di Palermo. Falcone e Borsellino due eroi. Bianchedi fondamentale per la mia carriera"

31.07.2016 10:12 di Claudio Puccio   vedi letture
Palermo, Ballardini: "Amo la città di Palermo. Falcone e Borsellino due eroi. Bianchedi fondamentale per la mia carriera"
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© foto di Federico Gaetano

Intervista con tanti argomenti extra calcistici quella rilasciata dal tecnico rosanero Davide Ballardini al Giornale di Sicilia, ecco quano evidenziato da TuttoPalermo.net: "Ho conosciuto mia moglie in Sicilia. Qui siamo sempre tornati in vacanza e qui è nato un legame speciale con questa regione. Visto anche il fatto che ho lavorato Palermo e ho conosciuto tante persone di Palermo, la Sicilia la porto dentro il cuore e a prescindere da dove mi porterà il lavoro io e la mia famiglia torneremo sempre qui. I romagnoli sono i siciliani del Nord. Magari un po’ diffidenti all’inizio, poi quando imparano a conoscerti sei uno di loro, uno di famiglia e da quel momento non ti separi più a prescindere dal tempo che passi con loro. I palermitani sono come i romagnoli. C’è qualcosa di magico, un legame stretto che li accomuna. Falcone e Borsellino li considero due eroi moderni, dare la propria vita per salvaguardare i diritti e la dignità di un intero popolo è la dimostrazione che hanno lasciato in noi l’eredità di un mondo migliore. Credo ci sia stato un netto miglioramento della nostra società. A quel periodo mi lega un ricordo particolare. Ricordo che in quei giorni la gente di Palermo scese in strada in modo spontaneo per manifestare la rabbia e il dispiacere per quello che era successo. In quel momento i palermitani avevano compreso che era il momento ribellarsi contro lo strapotere mafioso. Da quel momento Palermo si svegliò". Ballardini ha parlato di un film e di un libro che ama particolarmente: "Come film 'La Mafia uccide solo d’estate' di Pif. Questo film con una semplicità e una delicatezza unica racconta Palermo e i suoi luoghi simbolo. Penso alla scena finale, quando lui accompagna sua moglie e suo figlio nei luoghi dove i servitori dello Stato hanno perso la propria vita per difendere la dignità dei palermitani. Ecco al solo pensiero mi viene la pelle d’oca. Sto rileggendo 'L’alchimista' di Paulo Coelho. Ci sono libri che mi lasciano il segno e io amo rileggerli. È il mio personalissimo modo per farli miei". Infine un commento sulla propria carriera e su chi ha influito su di essa: "Natale Bianchedi. Una persona cara che vive a Ravenna e per tanti anni è stato allenatore nei Dilettanti in Romagna. Un collaboratore di Sacchi, Capello e Ancelotti. Se non avessi fatto l'allenatore non so cosa avrei fatto. Io non so fare niente. Ho giocato al pallone, poi mi ruppi il ginocchio e allora per cinque-sei anni decisi di viaggiare conoscere il mondo e imparare dai più grandi. Quando tornai in Italia, cominciai ad allenare i ragazzi del Ravenna e da lì in poi cercai di migliorarmi sempre. Sono cresciuto con il calcio, come uomo, come padre. Il calcio mi ha dato la possibilità di mettere su famiglia. Alla mia passione devo tutto".