Palermo, Gonzalez: "Palermo mi ha conquistato. Che gioia la rete all'esordio e la vittoria di San Siro. Domenica ci aspetta una partita difficile ma con quei due li davanti... "

22.01.2015 11:13 di Gil Cusimano   vedi letture
Palermo, Gonzalez: "Palermo mi ha conquistato. Che gioia la rete all'esordio e la vittoria di San Siro. Domenica ci aspetta una partita difficile ma con quei due li davanti... "
TuttoPalermo.net
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Uno delle più belle sorprese della stagione rosanero è il difensore del Costa Rica, Giancarlo Gonzalez, venuto alla ribalta internazionale durante la rassegna iridata brasiliana del 2014. Dalle colonne di Tuttosport il perno difensivo della squadra di Giuseppe Iachini ha a parlato delle origini del suo nome e del suo curioso soprannome, del suo trasferimento in Sicilia e dell’infortunio che lo ha tenuto fuori dal rettangolo di gioco fino ad ottobre dell'anno scorso, ecco quanto evidenziato da TuttoPalermo.net: "Giancarlo è troppo lungo in Costa Rica. Lo hanno ridotto quando ho iniziato a giocare, Pipo è simpatico. Origini italiane? Per nulla. Lo ha visto mia mamma Elsa, le è piaciuto. Non ho mai capito dove lo avesse letto, ho scoperto solo qui che fosse italiano. A 8 anni, papà Roberto mi ha iscritto a una scuola calcio come regalo di compleanno. Avevo doti naturali, sono entrato nelle Nazionali giovanili. Nel 2005 ho saltato il Mondiale Under 17 per il tendine di Achille. Il momento più duro. Mi avevano detto che dovevo stare fuori un anno, ho temuto di smettere. Sono stati decisivi i miei. Mamma è un’insegnante di vita, mi diceva di non mollare, mi indicava la strada. Mi riipeteva che sarei andato lontano. Ho vinto tre titoli con l’Alajuelense, nel 2012 un agente norvegese mi ha proposto il Valerenga. Potevo confrontarmi con il calcio internazionale, guadagnare di più. Ho trovato un gioco maschio. E un grandissimo freddo. In Norvegia ho finito a novembre. C’era il Mondiale e il ct Pinto è stato chiaro, dovevo giocare altrimenti avrei perso la nazionale e la rassegna iridata. Ho cambiato aria, per fare minutaggio in ottica Brasile. In Nazionale siamo una bella generazione di giocatori, il progetto è nato a metà 2011 con Pinto. Ha creato un gruppo solido, attaccato al bene comune. Lavoro duro, spirito di sacrificio. Abbiamo realizzato qualcosa di storico, le vittorie con Uruguay e Italia, i quarti di finale. Siamo cresciuti nel corso del torneo, credendo in noi. Non guardavamo agli avversari, pensavamo soltanto a rendere il massimo. Van Gaal? Ero uno dei rigoristi, ai supplementari la mia sola preoccupazione era segnare. Quando l’ho visto togliere Cillessen e mettere Krul ho pensato: questo è pazzo. Ma ha avuto ragione lui. Al ritorno in patria dopo il Mondiale tutto il Paese ci aspettava. Il pilota ha fatto un giro prima di atterrare a San José, dall’alto si vedevano migliaia di persone vestite di rosso. Di solito servono 30 minuti dall’aeroporto alla città, abbiamo impiegato 7 ore. Negli Stati Uniti avevo già l’idea di tornare in Europa, mi ha convinto il Palermo. Ho visto la città, la squadra mi è parsa di buon livello, in grado di fare risultati. E poi il clima, il caldo. l'infortunio che ha ritardato il mio debutto con la maglia rosanero mi è dispiaciuto, temevo di fare una cattiva impressione. Ho lavorato duro per rientrare, seguendo Iachini. Ho apprezzato che dopo l’infortunio sia venuto a parlarmi subito. Mi ha detto che si trattava di cose di campo, mi ha dato subito grande fiducia. E un’ottima persona, e con lui tutto lo staff tecnico”. Il numero 12 rosanero ha poi raccontato l'esordio con goal con il Palermo, la vittoria di San Siro contro il Milan,  spendendo parole al miele per il tandem argentino Dybala-Vazquez: “Un esordio da sogno, nemmeno il più bello avrebbe potuto rivelarsi così. Tutti mi aspettavano al varco: ho giocato bene e segnato il 2-1. La molla è scattata dopo la vittoria di San Siro con il Milan. Non è questione di singoli ma di gruppo. Siamo migliorati settimana dopo settimana, si è incrementata la fiducia, abbiamo sempre creduto di più in noi stessi. Là davanti, Dybala e Vazquez, fanno cose inimmaginabili, un’iniezione di fiducia per noi. Sono bravi tecnicamente e tatticamente. Non si limitano a gol e giocate, si sacrificano anche per il bene della squadra. Tra Palermo e Costa Rica c’è la stessa etica del lavoro, un’attenzione massima a ogni singolo aspetto. Nel calcio non si può improvvisare, i risultati si vedono dopo aver faticato giorno dopo giorno". Chiosa finale sulla sfida di Domenica contro la terza forza del campionato, i blucerchiati di Sinisa Mihjlovic: "La Sampdoria possiede ottimi giocatori, ha ottenuto risultati inattesi. Troveremo un pubblico molto caldo ma possiamo farcela. E per uno del Costa Rica è sempre bello giocare a Marassi, Genova nel 1990 ci aveva adottati. Quali obiettivi mi sono posto? Giocare bene e salvarmi, quindi pensare a traguardi più importanti: non mi pongo e non ci poniamo alcun limite”.