Palermo, Hiljemark: "Primo anno d'ambientamento, le motivazioni non mancano. Qui sto bene, ma può succedere di tutto"

Oscar Hiljemark
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Oscar Hiljemark
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Il centrocampista svedese del Palermo Oscar Hiljemark, intervistato dal Corriere dello Sport, ha commentato il suo primo anno in rosanero e l'esperienza con la sua nazionale ad Euro 2016, ecco quanto evidenziato da TuttoPalermo.net: "Palermo ha cresciuto autentici fuoriclasse che poi hanno realizzato le loro ambizioni passando in club internazionali. Il primo anno mi è servito per ambientarmi, dimostrare le mie qualità, scoprire cose avrei potuto fare. Sono giovane e ho già al mio attivo sia il campionato svedese che quello olandese e l’Europeo under 21 con la Svezia. La Serie A invece è stata importante per crescere e maturare. Campionato complicato da molta tattica e dal fatto che se vai in svantaggio fai fatica a recuperare. Le motivazioni sono sempre le stesse sia che ti chiami Juve o Palermo. La nazionale mi ha dato e mi ha tolto. Un trionfo da capitano con l’Under 21, poi il passaggio a quella maggiore: novanta minuti in un amichevole e in Francia solo panchina. L’Europeo è finito, non abbiamo giocato bene, ma contro Italia e Belgio era difficile qualificarsi. Mi aspettavo di entrare, Hamren è il ct del mio debutto in nazionale. Ibra? Top player, esempio per i giovani. Se ho scambiato la maglia con lui? No, no. Ora comincio una nuova avventura con la voglia di dare il 100%. La salvezza con il Palermo e l’Europeo sono state due grandi emozioni anche se con risultati diversi. Ho giocato molto, è stato un anno difficile per la società e per tutti, ma alla fine abbiamo conquistato la salvezza, con un finale intenso. Traguardo importante per il nostro futuro. Ora proviamo a disputare una stagione che ci faccia dimenticare le sofferenze. Se mi preoccupa una stagione senza Vazquez, Gilardino, Maresca e Sorrentino? Sono tutti giocatori di valore, ma è il nostro mestiere. Vazquez ha statura europea, Gilardino è un ottimo attaccante, bravi anche Stefano ed Enzo. Voglio mandare loro un “in bocca al lupo”. Ma ne sono rimasti altri bravi con i quali fare gruppo per aiutare i giovani. Se giochi bene è normale l’attenzione nei tuoi confronti. Se poi qualche club si fa avanti in maniera concreta è compito del mio agente avvicinare Zamparini. Non ascolto le voci di mercato. Il contratto scade tra due anni, sono felice di restare a Palermo. Lo ha detto anche il presidente. Però nel calcio può succedere di tutto. Ho cambiato allenatore soltanto una volta con l’Elfsborg, a fine campionato. Era il tecnico della società da sei o sette stagioni. Mai nel corso dell’anno. Mi è rimasta esperienza. Un anno difficile si è tradotto in un insegnamento produttivo. Con tanti cambi di allenatore nessuno potrà mai dire che non sappiamo adattarci a moduli e situazioni diverse. È chiaro che non è facile trovare serenità quando si riparte continuamente con un nuovo tecnico. Ma il passato è passato. Sono soprattutto soddisfatto di avere realizzato quattro gol e cinque assist nell’esordio italiano. La doppietta a Milano? I gol non si dimenticano però quel giorno siamo tornati a casa con zero punti. La mia soddisfazione è quando si vince. Calo? Non lo so, o meglio lo tengo per me. Abbiamo vissuto una stagione speciale, con molti allenatori, le prime partite sono state esaltanti. Poi, nebbia. Ci siamo ripresi per conquistare un traguardo di portata storica".