Palermo, Zamparini: "Il contributo per la sicurezza è solo propaganda. Cerco investitori in Libano"

02.10.2014 11:57 di  Gil Cusimano   vedi letture
Palermo, Zamparini: "Il contributo per la sicurezza è solo propaganda. Cerco investitori in Libano"
© foto di Marco Iorio/Image Sport

Oggi è un giorno importante per il calcio italiano e forse ancor di più per le casse di molte società; il Governo porrà la fiducia sul “Decreto Stadi”, nato sull'onda dello sgomento per la morte del tifoso napoletano Ciro Esposito prima della finale di Coppa Italia a Roma dello scorso 3 Maggio. Tra le novità introdotte è previsto che per gli straordinari delle forze dell'ordine impegnate negli stadi venga utilizzata una quota dei biglietti (tra l'1% e il 3%), così da non intaccare i ricavi complessivi delle società di calcio. Tuttavia se molti degli addetti ai lavori come il Presidente della FIGC Carlo Tavecchio o il Presediente della Lega Maurizio Beretta auspicano un immediato confronto tra le parti interessate, Maurizio Zamparini di certo non usa giri di parole per esprimere il suo totale dissenso dalle colonne di Panorama. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di TuttoPalermo.net: "Demagogia e propaganda politica di basso livello. Con tutti i problemi che abbiamo nel nostro Paese andare a parlare di queste sciocchezze è pura demagogia. Il calcio dà allo Stato circa un miliardo e 200 milioni all'anno senza ricevere nulla. Se i politici cominceranno a pagare i poliziotti che gli fanno da scorta o vanno alle manifestazioni, se i magistrati faranno lo stesso e se tutte le categorie pagheranno, allora anche il calcio potrebbe farlo. Ma sono argomenti spiccioli perché il principio è che le tasse che noi già versiamo servono per pagare anche la sicurezza. Non è possibile pensare il contrario. Loro dicono che incassiamo un miliardo all'anno. E i costi? E le tasse che paghiamo? E' un Paese che è sull'orlo del precipizio e invece di badare alle cose reali pensa a fare piccole cose di propaganda e si inventa una cosa al giorno per nascondere i problemi reali delle persone e delle imprese che chiudono. Sa cosa succede con la Carinzia oggi? Cinque aziende ogni settimana si trasferiscono dal Triveneto alla Carinzia in Austra perché di là gli offrono servizi ed assistenza. Significano una ventina al mese e duecento all'anno. Lavoro che si perde per sempre. Questi sono i guai del nostro Paese e loro parlano del calcio. Mi viene da piangere. Sono avvilito, triste. Sono tornato ieri da Beirut dove sto cercando di prendere finanziamenti per l'Italia, ma quando vedono come siamo amministrati lo giudicano inverosimile. E adesso dicono ai cittadini: 'Non è giusto che paghiate voi per garantire la sicurezza negli stadi'. Allora dico a Renzi di fare come la Tatcher e di darci la sicurezza dentro gli stadi gestita dagli steward ma che siano equiparati ai poliziotti e non come succede in Italia, dove non possono arrestare chi delinque. Ma per carità. Dobbiamo abbandonare queste forme vecchie e stupide di protesta. Lo sciopero lo fa la Cgil, non gli imprenditori del calcio. Noi protestiamo e proviamo a spiegare come stanno le cose, quanto diamo allo Stato e quanto lo Stato dà a noi. Però alla fine ci facciamo rubare. Noi dei ricchi che non vogliono aiutare? E' quello che loro vogliono far passare all'opinione pubblica. Lo dicevo qualche anno fa a un mio collaboratore: vedrai che prima del collasso finale del Paese c'è chi dirà alla gente di guardare ai ricchi perché hanno rubato i soldi altri. Come hanno fatto Stalin e gli altri. E' quello che provano a fare questi disgraziati che stanno rovinando il Paese".