Palermo, l'elogio della lentezza

Analisi circa l'assenza di una figura, quella del regista, che in passato ha fatto le fortune della squadra rosanero
27.04.2016 11:53 di Massimiliano Robberto   vedi letture
Enzo Maresca
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Enzo Maresca
© foto di Federico Gaetano

Che nulla ha a che vedere con il pensiero di Luis Sepulveda, tantomeno con il saggio di Maffei, ma, volendo rimanere in ambito calcistico, da quando è guidata dal presidente Maurizio Zamparini, la società rosanero ha edificato le proprie fortune su un determinato paradigma di atleta intorno al quale costruire la rosa. Facendo un passo indietro, stagione 2003/2004, il Palermo è in serie B ma ambisce a tornare nel calcio dei grandi. L’allora ds Rino Foschi sacrifica due pedine tecnicamente validissime, soprattutto in cadetteria, scegliendo di mandare a Verona sponda Chievo l’argentino Maria Alberto Santana e Stefano Morrone pur di avere tra le proprie fila l’ormai trentatreenne Eugenio Corini. Il “Genio”, come lo chiamavano i tifosi rosanero, non aveva certamente nella corsa la sua peculiarità, ma sapeva bene come gestire il possesso palla grazie a caratteristiche tecniche sopra la media. Scaduto nel 2008 il contratto del centrocampista lombardo, il Palermo, conscio della necessità di avere una figura che potesse sostituirlo al meglio acquisisce il cartellino di Fabio Liverani. Indubbiamente diverso da Usain Bolt il regista romano ha comunque la capacità di far ruotare la squadra, ed il gioco, intorno al suo estro. Sin quando il fisico glielo consente, fornisce prestazioni di buon livello, salvo iniziare una inesorabile parabola discendente quando un problema ad un ginocchio inizia a falcidiarne le presenze. Successivamente al suo addio il Palermo ha cercato giocatori in grado di ricoprire il ruolo di uomo-guida scontrandosi con la difficoltà di reperire interpreti validi per un ruolo così complesso. Armin Bacinovic, uno degli eredi designati, ha infatti deluso le attese.
A tutt’oggi, nonostante i deficit più anagrafici che tecno-tattici, nel Palermo che lotta per la salvezza ha ben figurato qualche giorno fa Enzo Maresca, escluso dal progetto per buona parte della stagione, dimostra di non avere l’intensità di, esemplificando, Mato Jajalo, ma di poter contare su idee e capacità di manovra superiori alla media rispetto ad un centrocampo “operaio”. Una volta di più i rosanero dovranno appoggiarsi a quel tipo di calciatore in mezzo al campo per provare a centrare l’obiettivo e salvare la stagione.