Palermo-Sampdoria, corsi e ricorsi storici

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Già nel XVII secolo Giambattista Vico elaborò la teoria oggi nota come “dei corsi e ricorsi storici”. Il filosofo napoletano sosteneva che alcuni avvenimenti si ripetevano con le stesse modalità, anche a distanza di tanto tempo: e ciò avveniva non per puro caso ma in base ad un preciso disegno del fato. Banalmente, anche la partita Palermo-Sampdoria, una volta di più calendarizzata sul finire della stagione, vale, comegià anticipato da TuttoPalermo.net, tantissimo. Era il 9 maggio del 2010, circa sei anni fa. Il Palermo e la Sampdoria si giocano allo stadio "Renzo Barbera" il quarto posto in classifica che, allora, valeva l’accesso ai preliminari di Champions League. Oggi, come allora, per il Palermo c’era un solo risultato: la vittoria. In quella circostanza, nonostante i rosanero avessero creato tanto meritando, probabilmente l’intera posta in palio, finì 1-1. Al rigore di Giampaolo Pazzini rispose quello di Fabrizio Miccoli. Erano due squadre diverse, rispetto a quelle odierne, ed erano, soprattutto, due società diverse. Allora a Genova il presidente era Riccardo Garrone, una figura che difficilmente avrebbe fatto il giro dello stadio "Luigi Ferraris", con la bandiera doriana avvolta in testa come uno chador, ed il ds era Giuseppe Marotta, deus ex machina dei successi della Juventus post calciopoli. A Palermo c’era già Maurizio Zamparini, il quale aveva però forse maggior voglia di investire nella società rosanero, coadiuvato dal ds Walter Sabatini, uomo che ha costruito il solido impianto su cui poggia la Roma “americana”. Il cambiamento è sotto gli occhi di tutti; ad ogni buon conto, guardando all'oggi, la Sampdoria necessita di non perdere per mettere sottochiave la salvezza, il Palermo deve vincere per mantenere accesa la speranza, che passa anche dalle notizie che arriveranno da Torino...