esclusiva

TUTTOPALERMO.NET - Ex Palermo, Biffi: "Per la Serie A Empoli e Palermo, ma attenzione al Parma. Scudetto? La Juventus anche se..."

13.04.2018 12:30 di  Rosario Carraffa   vedi letture
ESCLUSIVA TUTTOPALERMO.NET -  Ex Palermo, Biffi: "Per la Serie A Empoli e Palermo, ma attenzione al Parma. Scudetto? La Juventus anche se..."
© foto di TuttoPalermo.net

L'ex difensore del Palermo Roberto Biffi, che detiene il record di presenze ben 321 con 18 marcature, dove ha vestito la casacca rosanero dal 1988 al 1999, attuale tecnico dell'Ospedaletti Calcio, è stato intervistato in esclusiva dai microfoni di TuttoPalermo.net, dove ha parlato di diversi argomenti.

Questo campionato di Serie B è molto equilibrato, alla fine secondo te quali saranno le due squadre che conquisteranno la promozione diretta in Serie A?

"Le squadre che secondo me arriveranno alla fine a giocarsi la promozione in diretta saranno, l'Empoli per la distanza che ha sulla seconda di punti ed è una squadra che non perde quasi mai e che ha un organico importante, poi io spero il Palermo, perchè merita di stare in Serie A, dopo quello che ha fatto negli ultimi anni. Il Frosinone è una squadra altalenante, quindi non ci punterei, io farei attenzione al Parma, che sta venendo fuori e che forse potrà essere aiutata per quello che è successo qualche anno fa dove sono ripartiti dalla Serie D". 

Detieni il record di presenze con la casacca rosanero ben 321 presenze, quale ricordi porti con maggiore affetto nel tuo cuore di questa esperienza?

"Il record di presenze è una cosa che mi porto dentro ed è un orgoglio personale che mi porto nel cuore. Con il calcio attuale è difficile che venga battuto, se non forse con qualche ragazzo che parte dalle giovanili e sale in prima squadra e continua a giocare con continuità fino a fine carriera, però in questo calcio fatto di business è difficile. Sono contento di questo piccolo record personale e di aver fatto parte della storia del Palermo. Questa esperienza mi ha dato tanto, soprattutto per uno che veniva da Milano dove all'inizio era una situazione cruda, di impatto, poi appena vivi la realtà di Palermo tutto diventa normale ed è una città dove vivere in maniera serena e per me è una delle città più belle d'Italia".

Quali sono le differenze tra questo Palermo ed il tuo?

"La differenza è solo puramente un discorso economico, c'erano Ferrara e Polizzi e senza nulla togliere a loro erano persone alla mano che cercavano di fare il massimo per portare il Palermo più in alto possibile, dove anche con Arcoleo sfiorammo la Serie A. Ai tempi in cui giocavo io era diverso sotto il punto di vista societario, solo ricordando i giocatori che sono passati da Palermo dopo che sono andato via io con l'arrivo di Zamparini che fanno capire questa differenza, sono arrivati giocatori come Pastore, Amauri, Sirigu, Dybala e tanti altri che poi sono diventati grossi campioni che giocano in grosse società. La differenza delle società la fa il discorso economico, purtroppo è basilare avere un budget per trovare giocatori importanti e costruire una squadra importante". 

Qual è stato il tuo rimpianto della tua carriera?

"Il rimpianto è stato quello di avere sfiorato la Serie A con Arcoleo, dove la squadra giovava bene, ma a metà campionato trovammo difficoltà facendo in 8 partite solo 4 punti con 4 pareggi in casa e perdendo fuori. Raggiungere la Serie A con quel Palermo sarebbe stato importante e sarebbe stato importante per tutti quei giocatori per la propria carriera personale. Vincere un campionato a Palermo è molto diversi rispetto ad altre città dove tutto è dato più scontato. Palermo ti da un calore penso diverso rispetto ad altre piazze italiane". 

Cosa cambia adesso che sei un allenatore rispetto a quando eri un calciatore?

"La differenza di essere un allenatore come lo sono io da 11/12 anni a questa parte è quella di quando sei calciatore è che come giocatore hai a che fare con una sola testa che è quella del tuo allenatore, quando sei allenatore hai a che fare invece con diverse teste e devi capire ed avere dei rapporti interpersonali con tutti ed hai delle responsabilità importanti perchè devi fare delle scelte e devi metterci la faccia quando le cose vanno male ed essere equilibrato quando le cose vanno bene, per gestire tutto nella migliore maniera possibile. Quando sei leader da giocatore poi da allenatore hai qualche cosa in più, come è successo poi a me personalmente, quando si dice allenatore si nasce è molto probabilmente una cosa vera. Le categorie dove allenai è importante se vai in una squadra magari che ha non professionisti hai diverse condizioni dove alleni magari la sera perchè di mattina i giocatori lavorano. Le condizioni sono diverse ovviamente rispetto ad uno che lo fa da professionista". 

Parlando di Serie A, alla fine chi vincerà questo campionato? Ed oltre a Juventus e Napoli chi accederà alla prossima Champions League?

"Spero che lo vinca il Napoli, essendo interista (ride ndr.), ma alla fine penso che dovrò soffrire vedendo vincere ancora una volta la Juventus. Sono dispiaciuto che il Napoli non riesca a tenere vivo il campionato che era molto avvincente grazie a loro, perchè senza il Napoli la Juventus avrebbe vinto già da diverse giornate. Per la Champions League essendo interista spero l'Inter, ma obiettivamente sarà più difficile vedo Lazio e Roma. Spero che la Roma in questa stagione arrivi in fondo con il Liverpool, un amarcord (si riferisce alla finale di Coppa dei Campioni del 30 maggio 1984 Roma-Liverpool: 4-2 d.c.r., la prima volta della storia che una squadra vinse questo trofeo dopo i calci di rigore ndr.), che ho visto personalmente, dove i giallorossi hanno perso a Roma davanti al loro pubblico ai calci di rigore".