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TUTTOPALERMO.NET - Ex Palermo, Elia: "Ai rosanero è macata continuità. Puscas e Nestorovski dovevano segnare di più. Se fossi stato nella Juventus, avrei investito anche in difesa"

12.05.2019 16:30 di Aldo Sessa   vedi letture
ESCLUSIVA TUTTOPALERMO.NET - Ex Palermo, Elia: "Ai rosanero è macata continuità. Puscas e Nestorovski dovevano segnare di più. Se fossi stato nella Juventus, avrei investito anche in difesa"

L'ex attaccante del Palermo Firmino Elia, che ha militato in maglia rosanero nella stagione 1999/2000, dove ha collezionato 12 presenze e messo a segno 5 reti, e nella stagione 2000/2001 in cui è sceso in campo per 31 volte realizzando 11 reti, oggi allenatore/responsabile del Tortoreto Calcio, è stato intervistato in esclusiva da Rosario Carraffa e Gabriele Di Tusa per TuttoPalermo.net.

Cosa pensi di questo Palermo, che alla fine di questo campionato non va in A direttamente dopo le promozioni di Lecce e Brescia?

"Credo che il Palermo ha perso una grande occasione, poteva tranquillamente essere davanti al Lecce. Ha sbagliato qualcosa dietro e l'ha pagata a caro prezzo. Alla fine, lo Spezia ieri aveva di fatto conquistato i playoff e giocava con un Lecce che doveva vincere a tutti i costi. Tutto questo quando il Palermo ha perso qualche partita addietro e perdendo punti in partite alla sua portata. Un peccato, perchè è una squadra importante".

I cambi societari hanno influito sui giocatori, che sono uomini oltre che professionisti?

"Per me i ragazzi hanno fatto un grandissimo campionato. Le due squadre che hanno vinto e qualche altra come Verona erano più attrezzate del Palermo per vincere il campionato. Poi non è sicuramente facile, con tutti questi problemi, arrivare terzi in classifica con la possibilità di vincere il campionato fino alle ultime giornate. Sono grandi professionisti: non so in quanti ci sarebbero riusciti. Per me è come se il campionato l'avessero vinto, a prescindere dai playoff. Sappiamo bene che i campionati si vincono per gli episodi, ma per me sono da 10".

A tuo parere Brescia e Lecce hanno meritato di andare in A?

"I due attaccanti del Lecce hanno segnato 17 e 13 gol. I campionati si vincono con le difese ma anche con gli attaccanti. Quest'anno, inutile negarlo, sarebbe bastato che Nestorovski avesse segnato una ventina di gol, come qualche anno fa, e il Palermo avrebbe avuto qualche punto in più. Quest'anno è venuto a mancare, svegliandosi magari sul finire del campionato, quando qualche punto era stato già perso ed è stato tutto vano".

Sicuramente ha influito il suo infortunio, che lo ha messo fuorigioco per qualche tempo. Magari chi lo doveva sostituire non era in grado di farlo, vedi Puscas: forte ma che deve ancora migliorare. Cosa ne pensi?

"Tempo addietro dissi che Puscas e Nestorovski sono due ottimi giocatori. Hanno infilato poi due-tre partite dove segnavano entrambi, salvo fermarsi nuovamente. Penso che non hanno avuto quella continuità di segnare ogni giornata, da vero bomber. Nestorovki ha comunque un buon bottino, Puscas è giovane e deve fare esperienza. In una piazza come Palermo che meriterebbe qualche nome importante, l'ha pagata a caro prezzo".

Sei fiducio sul Palermo che possa imporsi sulle altre squadre durante i playoff visto che, al netto di questioni extra-campo, da terzo potrebbero bastare anche solo quattro pareggi per andare in A?

"Può essere questa un'arma a doppio taglio. io sono arrivato in A con il Como di Tardelli partendo da quarto: non sempre aiuta. Intanto mi spiace per questi ragazzi che, pur arrivando terzi e nonostante tutto, devono fare i playoff con una sentenza che ancora deve arrivare. Quest'anno se ne sono viste di cotte e di crude".

Cosa è mancato a questo Palermo che ha perso tanti punti?

"Il Palermo è mancato negli ultimi venti metri. Si è trovata spesso a rincorrere, non è stata continua sotto porta, ha fatto tanti pareggi, e sappiamo che se pareggi a Palermo non è come una sconfitta ma quasi. Sicuramente è mancato nella continuità di risultati".

In Europa le squadre italiane hanno un po' stentato. La Juventus, che ha dominato in Italia, voleva vincere la Champions. Eppure non è riuscita: sono stati i troppi infortuni o è mancato qualcos'altro?

"Premetto una cosa: la Juve ha comprato per 100 milioni Cristiano Ronaldo, 30 milioni all'anno di stipendio. Però in campo o in panchina hai ancora i Barzagli, i Chiellini, difensori di una certa età. Massimo rispetto, ma oltre Ronaldo dovevi investire in difesa. In Italia questi difensori fanno la differenza, visto che nel livello globale della Serie A non ci sono squadre che possono metterla in difficoltà. Quando però si va in Champions si veono i mostri. Ecco dove è il problema. Uno come Benatia non lo avrei dato, in semifinale ti sarebbe tornato comodo. Rugani è un giocatore importante ma non ha lo stesso valore".

Per quanto riguarda il Napoli, il parco giocatori è rimasto un po' lo stesso degli anni precedenti. Ci vuole qualche rinforzo in più per lottare in campionato o in Europa?

"Io purtroppo credo che per i prossimi 4-5 anni la Juve dominerà. Si criticano Napoli e De Laurentis perchè arrivano secondi, ma non è un fallimento. So che si dice che non investe, ma i risultati ci sono. La Juventus è un progetto che parte da lontano, da dieci anni almeno. Il Napoli nello stesso tempo doveva risalire dalle categorie minori. Ed ora lotta per la Champions con 10 punti distacco sugli altri. Con questa rosa non puoi fare molto altro, a meno che non cambi 5-6 giocatori, ma non penso".

Sei fiducioso che almeno una delle italiane riporti in patria una di queste due Coppe?

"Lo spero. Ogni anno ci ritroviamo a sperare sulla Juve, ma non possiamo andare avanti così. Una società italiana come il Napoli arriva in Champions e prende 30-40 milioni. Quei soldi, che loro hanno a prescidere dal percorso che fanno, servono per mandare avanti il progetto. I tifosi protestano proprio per questo, perchè chiedono che si faccia il possibile per andare avanti in Europa".

L'Atalanta, al momento in zona Champions, cosa potrebbe fare in quella coppa?

"L'Atalanta se arrivasse in Champions dovrebbero fare un monumento a società e giocatori. La tifoseria, andando in Champions e comprando due-tre giocatori, sarebbero contenti. Per loro sarebbe come vincere lo scudetto. Sappiamo comunque che la società e la piazza sono bravi a non fare il passo più lungo della gamba".