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TUTTOPALERMO.NET - Ex Palermo, Favo: "I rosanero sono la squadra più quadrata. In B livello tecnico limitato, ma le squadre non mollano mai. Serie A? Lotta per il secondo posto poco interessante"

05.01.2019 19:40 di  Aldo Sessa   vedi letture
ESCLUSIVA TUTTOPALERMO.NET - Ex Palermo, Favo: "I rosanero sono la squadra più quadrata. In B livello tecnico limitato, ma le squadre non mollano mai. Serie A? Lotta per il secondo posto poco interessante"
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© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com

Massimiliano Favo, ex centrocampista e capitano del Palermo con 162 presenze e 5 reti in rosanero tra il 1989 ed il 1994, dove ha vinto due campionati di Serie C con i rosanero ed una Coppa Italia di C, è stato intervistato in esclusiva da Rosario Carraffa e Gabriele Di Tusa per TuttoPalermo.net.

Il Palermo al momento sta facendo bene, è primo in classifica e si sta mostrando probabilmente la più forte della classe. Cosa ne pensi dei rosanero?

"Beh i 5 punti di differenza sulla terza e l'avere la miglior difesa del torneo, con 13 gol subiti, dimostrano che il Palermo indubbiamente è la squadra in questo momento più quadrata, nonostante un ambiente scettico per tutte le vicissitudini. Non oso pensare cosa possa fare questa squadra con la Favorita piena. Dopo un inizio diciamo non all'altezza del valore della squadra, con i risultati altalenanti arrivati sotto la guida di Tedino, la squadra si è liberata psicologicamente".

In questa liberazione per te ha influito il cambio in panchina con Stellone? Perchè spesso il cambio non porta i risultati sperati.

"Con Roberto ho avuto la fortuna di giocare: lui era più giovane di me. Se ha mantenuto quella leggerezza mentale che lo contraddistingueva da calciatore, credo che questa abbia inciso. Poi, da quello che ho potuto raccogliere in giro, so che lavora molto bene sulla fase difensiva pur essendo stato un attaccante, e questo emerge dai numeri. La squadra da quel punto di vista ha dimostrato una grande solidità e in più, per quello che ho visto, è una formazione ben strutturata, con una fisicità importante per la categoria".   

Tu che a Palermo la fascia da capitano l'hai indossata, cosa deve dare in più in campo questo giocatore? Abbiamo visto ad esempio che i rosanero hanno sentito la mancanza del proprio, Iljia Nestorovski, nelle ultime partite.

"Dipende sempre dalle caratteristiche del giocatore. Ci sono dei capitani che indossano esclusivamente la fascia, che la indossano solo per le presenze ottenute e non per leadership, e altri nati per quel ruolo e che riescono a trasmettere qualcosa dal punto di vista caratteriale ma anche l'identità di un territorio. Ricordo che hai miei tempi ero quello che quando arrivavano i nuovi giocatori cercavo di introdurli anche nella vita quotidiana e per dare un'idea di cosa significasse indossare quella maglia".

Tu hai militato nel Palermo per diversi anni, quali sono i tuoi ricordi?

"Sarebbe limitativo dirne uno, potrei scrivere un libro. Nel cuore ho le promozioni, con lo stadio pieno, e la nascita di mia figlia fuori dal campo dopo dei momenti duri, con mia moglie che ha avuto quattro aborti. Per me fu un segnale importante. Ma anche gli odori e i sapori di Palermo si conservano per l'eternità. Sono anche tornato a Palermo quando ho firmato per il Trapani, anche se poi le cose non sono andate per il verso giusto, venendo a trovare degli amici. Devo dire che la città è cambiata poco, il che positivo per certi versi, però quando sei lontano tanto tempo ti aspetti molti cambiamenti. Invece sono riuscito a girare tranquillamente e questo mi ha fatto sentire ancora più vicino al territorio".

Per quanto riguarda la Serie B, il Palermo campione d'inverno può arrivare direttamente in Serie A o potrebbe affrontare delle difficoltà?

"Questa settimana ho parlato con il secondo di Massimo Oddo, appena dimessosi da Crotone. Parlando con lui ho avuto la sensazione che questo sia un campionato dai valori tecnici limitati rispetto agli altri anni però tutte le squadre non mollano mai, si gioca meno al calcio e più con palla lunga avanti. Quindi un campionato più equilibrato e difficile. I 5 punti di vantaggio sulla terza considerando il valore delle altre non ti da grosse garanzie, così come non le dava lo scorso anno. Un passaggio importante potrebbe essere rinforzare ulteriormente la squadra. Spero che questa proprietà capisca che per tenere questi ritmi fino alla fine servono degli innesti in attacco e a centrocampo, per garantire una vittoria del campionato più serena".

Parlando di Serie A, discorso scudetto chiuso in favore della Juventus? Credi che il Napoli possa conquistare il secondo posto o vedi squadre che lo possono insidiare?

"Ormai in Serie A si lotta per il secondo posto purtroppo, e non da neanche grande interesse. Il Napoli si è assestato su quelle posizioni grazie ad un lavoro pluriennale sia a livello tecnico che societario. Però l'Inter è una squadra forte. Ma solo loro, le altre squadre sono più attardate e troppo altalenanti nei risultati. Pensavo potesse fare meglio la Roma, come valori tecnici credo stia facendo meno di quello che ha espresso sinora. In più la Champions toglierà delle energie, mentre Napoli e Inter con l'Europa League risparmieranno qualcosa".

Da ex centrocampista e regista, quale è il tuo pensiero su Mato Jajalo, ruolo non suo ma in cui si è adattato?

"Registi non ce ne sono quasi più. Quelli della scuola di Pirlo, Liverani o Corini, della palla 'messa in banca' che in Italia dovremmo riprendere. Ora esistono solo mediani o mezzali, forse anche per i moduli che si utilizzano. Per me un giocatore di quelle caratteristiche ogni squadra dovrebbe averlo perchè dà certezze. E' un ruolo che non si impara, a meno che non hai un allenatore bravo che sa adattare un trequartista che ha perso un po' di verve. Se Roberto riesce a dargli i ritmi e l'idea si può trasformare in quel ruolo, ma se non lo hai dentro anche a livello di conduzione della squadra fai fatica. Jajalo sta facendo bene, ma comunque è una via di mezzo tra una mezzala e un centrocampista. Ma ha margini di miglioramento".