Palermo, Sagramola: "Sono stati 5 mesi impegnativi, ma ce ne aspettano altrettanti"

16.01.2020 22:06 di Aldo Sessa   vedi letture
Palermo, Sagramola: "Sono stati 5 mesi impegnativi, ma ce ne aspettano altrettanti"
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© foto di Roberto Ospedale/TuttoPalermo.net

Rinaldo Sagramola, amministratore delegato del Palermo, è stato intervistato su Trm, affrontando diffusamente tantissimi temi riguardanti i rosanero. Ecco quanto evidenziato da TuttoPalermo.net: "Finora sono soddisfatto di come stanno andando le cose. Mi spiace registrare una preoccupazione diffusa, come se il campionato fosse finito e l'obbiettivo sia perso. Ma per ora siamo primi, le giovanili e la squadra femminile vanno bene, i progetti su stadio e altre strutture sono ancora aperti e procedono. Sono stati 5 mesi impegnativi, ma ce ne aspettano altrettanti e questo era preventivabile. Abbiamo un obbiettivo dichiarato che aspettano tutti, più ci avviciniamo alla fine e più la tensione aumenta. Per di più abbiamo trovato un avversario importanti, temibile e che magari crea polemiche ad arte per dare ulteriore pepe al confronto. Le polemiche ci sono ovunque e qui specificamente sono figlie delle recenti delusioni. Non abbiamo lo stesso rendimento, certo ma siamo primi. Trovo intollerabile però che si continui a pensare che ci siano ancora difficoltà economiche. Alcune cose dette sono folli: la scelta del pullman ad esempio. Ognuno fa le scelte logistiche che ritiene più opportune. Volando ci abbiamo impiegato meno tempo in percorrenza, ma abbiamo dovuto affrontare migliaia di passaggi tra autobus, cambi e altro. Sfido chiunque a trovare una proprietà che abbia 15 milioni di capitale sociale per affrontare le spese. Se siamo stati scelti ci sarà un motivo. Se qualcuno afferma che ci siano delle irregolarità, che si rivolgano alla Procura della Repubblica. Ogni scelta fatta sul mercato non è stata fatta vedendo il carattere economico, ma il carattere tecnico. Al momento c'è una situazione emergenziale, ma non si può allestire una squadra di 50 giocatori. Delle volte si devono superare delle emergenze con quello che sia ha. Se capiteranno delle opportunità sicuramente le valuteremo, c'è la consapevolezza dell'importanza della posta in palio. Abbiamo preso chi ha aderito con entusiasmo alla proposta. Chi aveva bisogno di riflettere sull'arrivo al Palermo e di non volersi mettere in gioco, l'ha fatto legittimamente ma l'abbiamo messo da parte. La diversità rispetto alla A? Io ho avuto la fortuna di aver fatto tutte le categorie nella mia lunga carriera. Il calcio è sempre lo stesso, ma cambiano le qualità complessive e le disponibilità economiche. Le caratteristiche della D sono quelle che il campionato è qualitativamente superiore alle aspettative ma ci sono carenze impiantistiche. Giocare su campi di Subbuteo lo trovo imbarazzante, e noi naturalmente troviamo le difficoltà. Si livellano abilità con agonismo: ci avevano avvisato di non aspettarci belle partite, perchè tutti giocano fino all'ultima stilla di sudore. Pergolizzi? Intanto sconta alcuni peccati originali, uno su tutti è palermitano, forse oggetto invidia di tanti conterranei. Lui è forse l'unico ad aver vinto a livello nazionale. Si può dire che è un cattivo comunicatore, appare presuntuoso, ma non lo è. Non è vero che non ha in mano lo spogliatoio. Sicuramente è uno che pretende tanto, ma anche nessun over si è mai lamentato. Tra l'altro deve gestire uno spogliatoio eterogeneo, rimanendo sotto tiro dalla prima giornata. Sappiamo tutti quale è l'obbiettivo naturalmente. Gli allenatori posso commettere degli errori, ma è primo in classifica da tante giornate. Ci sono delle difficoltà, facciamo fatica a fare gol, ma non tutto è imputabile al mister. Colpo di fortuna che il Castrovillari ha pareggiato? Perchè, non fa parte del gioco? Si potrebbe leggere allora un colpo di fortuna del Savoia i rigori sbagliati da noi. La squadra deve ritrovare le sue sicurezze. La tensione di dover fare il risultato è la vera nemica della squadra, soprattutto con un gruppo giovane. Paradossalmente siamo partiti senza pressioni, con una squadra costruita all'ultimo e sembrava che la gente perdonasse tutto. Ora non ci si perdona nulla. In più abbiamo degli obblighi che gli altri non hanno. Dalla tifoseria ci si aspetta che spinga in salita e non in discesa, un sostegno fino alla fine. Poi alla fine si possono fare tutte le valutazioni. A tutti sarebbe piaciuto vincerle tutte fino alla fine ma è impensabile. Questione orari del Savoia? Credo sia un falso problema. Quando ho risposto alle provocazioni del Savoia, ho sottolineato che si minava la serietà del torneo e non la regolarità. Nessuno pensa che ci si accordi in base ai nostri risultati. Non essendoci necessità di carattere televisivo, sarebbe meglio giocare assieme, per maggiore tranquillità. Per lo stadio, la ricostruzione del Barbera può essere una buona opportunità. Abbiamo aperto una discussione con le autorità sulla possibilità di ottenere il diritto di superficie, in modo tale di far partire uno studio di fattibilità. Attualmente lo stadio è sovradimensionato, concettualmente pensato per un altra epoca. Bisogna ripensarlo. Centro sportivo? Sarebbe un investimento a lungo periodo. Ci stiamo lavorando, abbiamo valutato diversi terreni. Bisogna offrire una casa anche ai tanti nostri giovani, per farli sentire a casa loro. Inoltre migliora la resa dal punto di vista tecnico. Azionariato? Si è data la possibilità a chi voleva di partecipare per mostrare la trasparenza della società, non per cercare fondi. Palermo femminile? C'è un movimento in forte crescita e vogliamo farne parte. Calcio siciliano? C'è stato un momento di grande splendore, ma probabilmente bisognava fare investimenti compatibili alle proprie capacità. La regione ha i numeri per tornare in alto, ma non so se con tre società in serie A. Errori? Non sono neanche tanto autoironico. Se errore c'è stato è stato l'eccesso di modestia nel momento in cui si dice 'siamo pronti a lasciare se arriva qualcun'altro con altre capacità'. Noi vogliamo rimanere a lungo. Tutti sono di passaggio, i proprietari sono custodi di un bene collettivo. Non c'è nessuna volontà di mollare. Di Piazza vive meno queste tensioni, esce con delle dichiarazione un po' alla americana ma ha tanto entusiamo".