Palermo, Sorrentino: "Palermo rimarrà sempre nel mio cuore. Non ho ancora firmato con il Chievo ma non mi sento di fare mamma chioccia"

19.05.2016 14:32 di Riccardo Caldarella   vedi letture
Palermo, Sorrentino: "Palermo rimarrà sempre nel mio cuore. Non ho ancora firmato con il Chievo ma non mi sento di fare mamma chioccia"
TuttoPalermo.net
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

E’ appena terminata la triste, ma anche commovente, conferenza stampa del  giocatore del Palermo, Stefano Sorrentino, prevista per le 13:30, presso la sala stampa del “Renzo Barbera”, ecco le sue parole raccolte da TuttoPalermo.net: “Per me oggi non è una giornata semplice, ci ritroviamo qua per la comunicazione del mio futuro, ringrazio la società per questa possibilità. Ho deciso di non rinnovare il contratto con il Palermo, i motivi sono tanti, quello più importante è quello della famiglia. La mia carriera sta per finire e le mie figlie crescono e hanno bisogno del papà. Ringrazio il Presidente per l’offerta che mi ha fatto, al momento l’offerta del Palermo è la migliore rispetto a quella del Chievo Verona, ma i soldi non sono importanti come già detto. Ringrazio il Presidente per tutto, ma mi dispiace per non poter accettare la sua proposta. Domenica abbiamo raggiunto la salvezza ed è stato qualcosa di incredibile, forse la cosa più bella e le lacrime sono la dimostrazione ce sono legatissimo a questo campo e non volevo lasciarlo, ma avevo già deciso. In questi mesi ho ricevuto tantissime offerte, ma prima di raggiungere la salvezza avevo promesso di non tenerle in considerazione. L’ultimo colloquio è stato fatto a gennaio, ma era il progetto che mi interessava: qui si sta ringiovanendo molto e far da papà qui non mi va bene. Il fatto che sapevo che sarei andato in secondo piano non mi aggradava, il fatto di non sentirmi al 100% protagonista mi hanno fatto dubitare sul mio futuro, ma se ci fossero state altri incontri avremmo parlato d’altro. Voglio essere un papà più presente anche per un giorno alla settimana. Voglio fare il papà perché il mio lavoro finirà ma il mio ruolo di padre mai. Ho dato tutto quello che avevo e mi sembra giusto finire così, nel modo più bello. Auguro a Posavec che possa essere importante per il Palermo, anche se non è facile. Ha bisogno di tempo, ma sono convinto che sarà importante e lui avrà l’arma Sicignano che io non avrò più, lui è un grande maestro e lo ringrazio, oltre l’amicizia che ci lega è stato capace di portarmi a livelli alti, perché credo di poter essere orgoglioso per la mia stagione. Abbiamo, come sapete, un accordo con il Chievo, ma non ho ancora firmato. Chiunque ha messo quella fascia, se ne sarebbe andata. Io sono orgoglioso di aver indossato quella fascia e non è da tutti rappresentare una città così importante. Io ho cercato sempre di essere vero, limpido e pulito. Ho avuto la fortuna di giocare con Miccoli, di essere allenato da Corini ed essere paragonato a loro mi riempie di orgoglio. Un domani quando si parlerà di Sorrentino a Palermo del campo non mi interessa, voglio che la tifoseria si ricordi di me come un uomo con la U maiuscola. Ho sentito la maglia del Palermo come una seconda pelle, sono stato sempre accolto e trattato come un grande eroe e sono orgoglioso di questo. Nel mio cuore c’erano Torino e Chievo e adesso nella mia carriera e nel mio cuore c’è anche Palermo. Non credevo di durare tanto e di essere il capitano di questa squadra. Sono il record-man con più presenze in Serie A con la maglia rosanero, faccio fatica anche a parlare e quando diventi così importante è davvero difficile dire “Addio”. Io non ho esonerato Ballardini, perché non ho questi poteri, per rispetto mio e di chi lo ha esonerato, ma non voglio far polemiche. E’ stato un anno pesante, difficile, vissuta tra capitano e tutto il caos e si allaccia al fatto familiare, perché è vero che ho il giorno libero, però era come se non ci fossi perché non ero tranquillo, ho messo testa e corpo nel Palermo, spesso mettendoci la faccia, però, io sono fatto così e vedere una squadra in questo stato mi dava molto fastidio. Quando dicevo che mi svegliavo alle 4 di notte per fare il conto dei punti che mancavano è vero, ed è pesante, sapere di giocare per vincere altrimenti sei retrocesso.  Mi sarebbe piaciuto che l’intervista di Ballardini di giorni fa venisse messa più in risalto. Lui a Coccaglio ha chiesto scusa e lui era convinto che noi italiani del Palermo non lo accettassimo, cosa che non era vero, difatti, tutti gli italiani non giocavano. Poi, quando si è chiarito il tutto, le cose sono cambiate e i risultati sono cambiati, quindi non so perché non mi ha fatto giocare, ma non è il momento per parlarne. Tutto quello che c’è stato prima era stato messo da parte, l’abbraccio della scorsa sera era sincero, lui spero rimarrà e gli auguro la sua miglior fortuna, ma non è stata una situazione complicata per entrambe. Chievo? C’era stata la rottura quando sono venuto qua, ma ora ho ritrovato la stima con il Presidente Campedelli e, quindi lo vedo come un mezzo per riavvicinarmi alla famiglia. Da quando ci siamo chiariti con il presidente del Chievo lui ha tentato ogni sessione di mercato di riportarmi a Verona, ma ora, visto che ero in scadenza, ho deciso di accettare. Il mio tornare lì significa un po’ chiedere scusa per quanto successo. Ci sono stati vari incontri, uno la scorsa estate, il peggiore, ma poi si erano chiarite le cose a gennaio, dove ho voluto rinviare il tutto. Se il Palermo si fosse salvato tranquillamente, probabilmente sarebbe stato diverso. A mente lucida, adesso, penso che le mie figlie mi danno più di quando la piazza non mi abbia dato. La famiglia è l’80% del motivo, il resto è contorno. Andando in là con l’età, si pensa che non possano garantire certe prestazioni, ma non mi sento di fare da chioccia per i giovani di questa squadra. Se un domani non ce la faccio più, o devo avere quel ruolo lì, rinuncio. Di Marzio? E’ stato fondamentale, credo che nessuno possa dubitare che senza di lui saremmo retrocessi. Ha dato tanto e se ci siamo salvati gran parte del merito va a lui. Col passare dei giorni la voglia di lasciare aumentava sempre di più, ma l’altra sera per me è stata difficile andare via dal campo. La figlia “Non ti ho mai visto piangere?” io ho risposto “si piange anche di felicità e quelle lacrime di domenica erano di gioia”. Il momento più bello? La parata più importante è stata quella di Frosinone su Paganini a 10’ dalla fine, quella parata è stata il 70% della salvezza mia, se avessimo pareggiato a Frosinone saremmo retrocessi almeno psicologicamente. Altra immagine importante: l’abbraccio con Sicignano a Verona, ma voglio ricordare i momenti di tensione e vedere alle 4 di notte su Whatsapp Gilardino, Vitiello, Maresca svegli e online a pensare ai punti è veramente brutto. Noi abbiamo vissuto in apnea nelle ultime settimane e svegliarsi con la pesantezza tutte le mattine era bruttissimo. Ricorderò tutti gli allenatori che sono passati, perché ciascuno mi ha dato qualcosa, ma il momento unico è stato quello delle lacrime di domenica a fine partita perché sapevo che era finita. Il futuro capitano? Non lo so, bisogna vedere chi rimane, chi andrà, ma non ho mai pensato all’erede. Voglio ringraziare anche tutti i compagni perché sono state parte di me e mi hanno dato forza quando serviva, voglio ringraziare Vitiello, Maresca, Gilardino, Rispoli, Goldaniga, Vazquez che sono state importantissimi per me. Devo ringraziare tutto il Palermo perché mi hanno fatto diventare un uomo migliore, ma principalmente Vincenzo Sicignano che mi ha dato tanto e lo prendo in giro perché qui è soprannominato legenda, spero di essere arrivato ai suoi livelli.  Più di questo non posso dare e credo sia il momento di andare, sono triste perché lascio questa piazza, il mio ambiente, però il momento è arrivato. Nessuno mi ha detto che devo far la chioccia, ma non posso stare con l’ansia che prima o poi finirà, credo che sono ancora integro e sano e in prospettiva futura non posso far crescere dei ragazzi, ma non voglio fare un passo indietro dal punto di vista del mio ruolo. Io sono stato uno dei fan di Alberto Gilardino, è un mio amico, so quello che vale ed è un campione del mondo, credo che stia benissimo qui a Palermo, ma vuole e deve stare al centro del progetto. Vazquez deve giocare in una grande squadra perché è in una categoria superiore a tutti quanti, ma lui è un giocatore importante che può cambiare la partita da un momento all’altro. I miei social sono inondati di messaggi e non posso rispondere perché non ho avuto tempo. Sapevo di poter fare questa conferenza e quindi li saluto da qui. Loro sono stati importanti e mi hanno dimostrato tanto, rimarranno nel mio cuore. Farai il titolare al Chievo? Io non ho ancora firmato, ma io non firmerò per fare il secondo”. Sorrentino saluta in lacrime la società rosanero.