Palermo, Pelagotti: "Dopo aver toccato con mano questa città per me non può esistere un'altra squadra"

15.06.2020 17:20 di  Claudio Puccio   vedi letture
Palermo, Pelagotti: "Dopo aver toccato con mano questa città per me non può esistere un'altra squadra"
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© foto di Aldo Sessa/TuttoPalermo.net

Il portiere rosanero Alberto Pelagotti ha rilasciato una lunga e interessante intervista al sito ufficiale della Società, ecco le sue parole raccolte da TuttoPalermo.net: "Qui a Palermo mi sono trovato subito bene, fin dal mio arrivo in aeroporto con la bellissima accoglienza e il caldo. I palermitani sono persone cordiali che cercano sempre di aiutarti ed è stata un'annata fantastica sotto tutti gli aspetti. Avendo giocato in Serie A, B e C pensavo che la D fosse quasi una passeggiata e invece posso dire che è la categoria più difficile che abbia mai fatto, non è facile giocare contro le squadre di Serie D. La prima partita a Marsala, con circa 5000 tifosi nostri, mi ha lasciato basito e scioccato e mi ha trasmesso la consapevolezza di dover fare qualcosa per ricambiare l'affetto di tutta quella genet e ho capito lì cosa significa il Palermo per i palermitani. nello spogliatoio assieme a Mario (Santana ndr.) sono il più carismatico, il mio compito è sempre stato quello di sdrammatizzare i momenti difficili e sono anche diventato quasi un padre putativo per i più giovani.Tre momenti importanti della stagione? Il primo riguarda la partenza per Biancavilla, quando i nostri tifosi non potevano andare in trasferta e ci hanno incoraggiato in massa allo stadio prima della partenza e ci hanno aspettato al nostro ritorno per festeggiare la vittoria, sembrava non si fossero mai mossi da lì. Il secondo momento è in realtà un momento triste, l'infortunio di Santana: lì ci siamo tutti uniti e ci siamo detti che se un uomo di 40 anni poteva piangere per il dispiacere noi dovevamo regalargli la promozione. Il terzo è in realtà il fatto di uscire sempre dopo le partite per bere qualcosa con tutti i compagni, questo ha fatto si che si creasse un bel gruppo, il migliore da quando gioco. La mia famiglia qui si trova benissimo, è proprio vero che si piange quando si arriva al sud e quando si lascia. Mia moglie si trova bene, a me piace uscire e passeggiare con lei e i miei figli e con la mia cagnolina la sera. Inizialmente qui sono stato da solo perché in Toscana stava nascendo mio figlio piccolo, Liam, che è comunque un palermitano a tutti gli effetti. futuro? Dopo aver toccato con mano cosa significa giocare a Palermo per me non può esistere nessun'altra squadra, per questo il mio desiderio è arrivare in Serie A con questi colori".