Servizi bancari, in Sicilia tra digitalizzazione e assenza di sportelli
In Sicilia, il rapporto tra cittadini e banche sta cambiando rapidamente, e non sempre in meglio. Negli ultimi anni, molti sportelli bancari hanno chiuso o sono stati accorpati, lasciando intere comunità senza accesso diretto ai servizi essenziali come prelievi, consulenze o apertura di conti. Si stima che quasi un milione di siciliani viva oggi in condizioni di difficoltà nell’accesso ai servizi bancari, con molte persone costrette a spostarsi anche di decine di chilometri per raggiungere la filiale più vicina. Circa 374 mila abitanti non hanno alcun sportello nel proprio comune, mentre oltre 500 mila possono contare su un solo punto operativo.
Questa situazione riguarda non solo piccoli centri rurali, ma anche città di media grandezza, dove una volta la presenza bancaria era più capillare. La riduzione degli sportelli è il risultato di scelte strategiche delle banche, che puntano sulla digitalizzazione dei servizi e sulla razionalizzazione delle filiali per contenere i costi. Tuttavia, in molte zone la connettività Internet limitata e la difficoltà di usare strumenti digitali rendono impossibile sostituire la presenza fisica, creando un fenomeno di esclusione finanziaria che colpisce soprattutto anziani, piccoli imprenditori e famiglie.
Le conseguenze si riflettono direttamente sull’economia locale. Piccole e medie imprese, in particolare, si trovano spesso senza un punto di riferimento per la gestione della liquidità, per ottenere finanziamenti o per consulenze finanziarie quotidiane. Allo stesso tempo, famiglie e professionisti perdono il supporto di un servizio che va oltre le operazioni bancarie, diventando un vero presidio di fiducia e sicurezza sul territorio.
Esperti e osservatori sottolineano l’urgenza di trovare un equilibrio tra innovazione digitale e presenza fisica. Le banche rimangono fondamentali per sostenere lo sviluppo economico e sociale, ma occorre una strategia capillare che eviti di isolare interi territori, garantendo servizi accessibili a tutti e mantenendo il legame tra istituti finanziari e comunità locali. Solo così si potrà affrontare la sfida della desertificazione bancaria senza penalizzare cittadini e imprese, preservando l’equità e la coesione sociale in tutta l’isola.



