Palermo, Pastore: "Nella mia carriera momenti brutti e belli. Prossimo anno col Palermo. Devo tantissimo a Delio Rossi"

02.12.2010 14:00 di  Alessandro Buttitta   vedi letture
Palermo, Pastore: "Nella mia carriera momenti brutti e belli. Prossimo anno col Palermo. Devo tantissimo a Delio Rossi"
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© foto di Federico De Luca

Javier Pastore, uomo copertine de El grafico, famoso mensile sportivo argentino, si racconta in una lunga intervista, parlando dei momenti brutti in cui nessuno credeva in lui e dei momenti belli con la maglia del Palermo e della Nazionale. “Il paragone con  Messi? Uno come lui si vede una volta ogni 30 anni. Ci siamo conosciuti prima del Mondiale. Fuori dal campo siamo simili: tranquilli, un po’ timidi. Posso dire con orgoglio che non ho perso nessuna partita di PlayStation contro lui, che a tutti gli altri vince con facilità. Dove sarò l'anno prossimo? Io mi vedo col Palermo. Se si parla di me vuol dire che sto facendo le cose bene. Rimango con i piedi sulla terra. Non leggo tutto quello che si dice di me. I complimenti di Maradona? L’elogio che mi ha commosso di più. Perché Diego l’ha detto molto spontaneamente, non era una frase pensata. Io mi diverto giocando così. Il calcio è un lavoro, ma rimane sempre un gioco. Se ti diverti in campo giocherai meglio. A volte non credo a quello che mi sta succedendo. Tre anni fa i miei amici volevano farmi vedere da una strega. Non giocavo, mi infortunai, nessuno tranne il mio procuratore e la mia famiglia aveva fiducia in me. Penso spesso a quel passato guardando al mio presente, in cui tutto è bello. La cucina siciliana? Tutti i giorni assaggio una salsa nuova. La pasta qui è buonissima. E adoro gli arancini. Mangio troppo, per fortuna non ingrasso. Mi trovo bene a Palermo. Posso uscire di casa, non è come a Napoli per Lavezzi. A Palermo la gente è calda il giusto: ti chiedono una foto, un autografo. Ogni volta che vengo premiato come migliore in campo, un signore che ha un bar mi manda 25 chili di caffè. E poi arrivano frutta e dolci. Ho trovato una dirigenza e dei compagni che mi hanno aiutato tantissimo. Ho imparato molto con Delio Rossi, che mi ha tolto per un mese e mezzo per fare un lavoro tattico difensivo. Finito l’allenamento restava un’ora con me per lavorare. Mi ha insegnato a trovare meglio gli spazi per tornare ad aiutare al centrocampo senza stancarmi".