Palermo, Sagramola: "Vogliamo puntare su stadio e centro sportivo"

03.12.2019 21:04 di  Rosario Carraffa   vedi letture
Palermo, Sagramola: "Vogliamo puntare su stadio e centro sportivo"
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Rinaldo Sagramola, amministratore delegato del Palermo, a TMW ha raccontato la ripartenza dei rosanero, dopo il fallimento, ecco quanto evidenziato da TuttoPalermo.net: "Zamparini voleva sempre il massimo, più per uno stimolo suo che per richieste della città. Lui si fidava di quel che facevamo noi dirigenti. Quindi per me lavorare con lui era più semplice. Invece l’allenatore era sempre sotto osservazione, perché per lui il risultato era tutto. Pensava che gli fosse tutto dovuto, dal suo punto di vista. Non ha mai fatto tanto per coltivare il rapporto, si è preoccupato solo del risultato. Pensava fosse tutto. Lo faceva più per se stesso, mandava il cuore oltre l’ostacolo, senza fare i conti. Gli anni sono stati straordinari, anche per merito suo. Ha comprato una sfilza di giocatori importantissimi, Si è circondato di persone senza mai dare la fiducia a uno solo. C’era confusione anche con i piccoli problemi. Dispiace molto sia finita così, per la piazza ma anche per lui. Sono stato coinvolto sin da subito da Mirri, attuale azionista, che già a febbraio aveva tentato di salvare il club. Inizialmente versando gli stipendi di novembre-dicembre, per evitare la penalizzazione, poi per rilevare il club. C’è un’antica conoscenza, con Dario, mi chiamò ai tempi e mi chiese se potessi accompagnarlo in questo approccio. Poi le cose vanno come tutti sanno, il club viene ceduto a Tuttolomondo, in quel momento pensavamo di fare una squadra sull’onda della Lodigiani, mia precedente esperienza, con un bel settore giovanile. Così, per divertirci. La mancata iscrizione del club, a giugno, ha cambiato tutto. Era giusto mettersi in discussione come soggetto, indicato poi dal Comune, per ricominciare. Per presentare la continuità storica del calcio cittadino. Poi è arrivato Di Piazza, italoamericano molto attento alle vicende palermitane. Lui ha mantenuto l’affetto della regione di provenienza, è appassionato di sport. C’è stata intesa tra lui e Mirri sul modus operandi. È una vicenda che ho seguito dal primo giorno, mettendo giù programmi poi premiati. C’erano altre cordate che si sono proposte, ma non le conosco. Quella dell’assegnazione è stata la prima partita vinta. Sono sempre stato bene qui, è la quinta città d’Italia, c’è una passione sana da parte dei tifosi. Si può fare calcio a buon livello, anche ottimo, come ha fatto Zamparini nei suoi momenti migliori. Il progetto era appassionante, ricostruire dalle fondamenta”. Sagramola ha parlato anche di Mirri: "Alle volte si abusa dell’etichetta di primo tifoso. Ma lui lo è davvero, ha seguito con entusiasmo le vicende del Palermo, è nipote di Renzo Barbera, a cui è intitolato lo stadio. Conosce la responsabilità di questo ruolo. Lui non vuole raccontare fesserie, spera in una società aperta, trasparente, che propone obiettivi per cui può competere. Ha l’ambizione di lasciare qualcosa che gli sopravviva alla sua esperienza dirigenziale. Siamo tutti di passaggio, nei club come nella vita. Vogliamo puntare su stadio e centro sportivo. Ha parlato anche dello stadio "Renzo Barbera": Il terzo anello è provvisorio, fu aggiunto nel 1990, è ancora lì. La nostra idea è quello di ridimensionare. Prima o andavi allo stadio oppure leggevi la partita sul giornale. Adesso è diverso, puoi guardare le gare da casa con pizza e con gli amici. È successa la stessa cosa ai cinema negli anni ottanta. Allo stadio vivi il plus del colore, ma chi la segue in tv la vede meglio, ha il replay, gli spogliatoi… secondo me la capienza giusta è di circa 25 mila. Uno stadio sempre e comunque tutto esaurito ti porta altri benefici. C’è chi rinnova la tessera perché ha paura di non avere il posto. Lo stadio, in Italia, deve essere al centro della città. Chi non abita nei pressi difficilmente ci capita se non nel matchday”. Ha continuato parlando anche degli obiettivi del Palermo: "Abbiamo progetti, entusiasmo e responsabilità. Siamo coinvolti tutti, professionalmente, io più degli altri perché ho accompagnato la cosa sin dall’inizio. C’è l’entusiasmo di partecipare a un progetto importante. Poi se vai in Serie A si aprono mondi diversi, è chiaro". Ha concluso parlando sui tifosi: "La risposta è stata straordinaria, perché stimolata intelligentemente. Hanno avuto di fronte un proprietario diverso: Mirri ha saputo far vibrare le corde giuste, parla da tifoso e palermitano. Da orgoglioso palermitano che vuole dimostrare che non bisogna essere sotto dominio straniero per fare qualcosa di importante".